Teatro

Ravenna Festival 2017, è iniziata il 25 Maggio la sua ricerca del rumore del tempo

Ravenna Festival 2017, è iniziata il 25 Maggio la sua ricerca del rumore del tempo

Ravenna Festival 2017 con un programma dedicato al Rumore del Tempo che si svolge su più piani: dall’universo multicromatico del subcontinente indianoall’omaggio al centenario della rivoluzione russa, da un tributo a Dante e ai 450 anni dalla nascita di Monteverdi, alla consueta parata di stelle della musica classica e jazz e della danza contemporanea.

Il viaggio in India

Inizia con Junun, idea del chitarrista Johnny Greenwood e del compositore israelo-indiano Shye Ben Tzur, che sposa i ritmi delle musiche da festa delle bande popolari del Rajasthan con le suggestioni ipnotiche della chitarra e la tradizione musicale sufi Qawwali dei Radiohead. Si prosegue con un’immersione di tre giorni nella musica classica indiana del Darbar Festival: il canto dhrupad e Mahler e il poeta e drammaturgo Kalidasa e Shakespeare saranno sullo stesso piano. Shobana Jeyasingh, coreografa anglo indiana, fonde la danza Bharatanatyam con l’ hip hop: sinergie visionarie fra la tradizione e la contemporaneità metropolitana. Il viaggio si chiude sulle note del sitar di Anoushka Shankar, allieva del padre Ravi Shankar, dialogo transculturale che coniuga stile classico indiano, suggestioni jazz ed echi minimalisti.

L’espressione futurista

L’opera futurista Vittoria sul sole di Aleksej Kručënych, musiche di Matjusin e scene e costumi di Malevič,  dai toni assurdi, drammatici e patetici, e l’opera multimediale 1917, di ErosAnteros, ossia il compositore Davide Sacco e la drammaturga Agata Tomsic,  si rifanno alla Rivoluzione Russa.

La danza

Inizia Les Memoires d’un Seigneur di  Olivier Dubois, in cui l’ex allievo di Jan Fabre riesce a distillare emozioni profonde, pronte a scuotere il pubblico con paesaggi umani, uno stuolo di amateurs non professionisti intorno alla figura solitaria di un uomo. Il Ballet Nacional de Cuba di Alicia Alonso, presenta un ripasso del balletto occidentale e un tuffo in quello cubano, tra ritmi caraibici e sapori criolli, mentre Uccidiamo il chiaro di luna di Silvana Barbarini rende omaggio alle danze, voci, e suoni del Futurismo italiano, basata sul Manifesto per la danza futurista di Marinetti. Infine spicca l’esibizione dell’etoile di bellezza altera e linee eleganti Svetlana Zakharova.

Il tributo a Dante

Si estende per tutti i 34 giorni del festival con il progetto Inferno di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, che raccolgono la sfida di trasformare in sacra rappresentazione medievale il capolavoro dantesco: tutta la città è un palcoscenico e tutti i cittadini sono chiamati a partecipare.

Infine la musica contemporanea comprenderà un omaggio a Stockhausen, il minimalismo ascetico di Arvo Pärt e la New British Music di Nyman e Bryars,  e la musica sinfonica vedrà l’avvicendarsi dei direttori Riccardo Muti, Yuri Temirkanov, Semyon Bychkov, Ottavio Dantone, Juraj Valčuha e di solisti come Anne-Sophie Mutter, Jean-Yves Thibaudet, Denis Matsuev, David Fray e Giovanni Sollima.

Non manca la musica più leggera: il pop intellettuale e originale dei Baustelle, in equilibrio fra impegno e disimpegno, Cristina Donà, che interpreta le musiche di Fabrizio de Andrè e uno stuolo di jazzisti italiani, e l’Afrobeat dello sperimentatore Tony Allen, che flirta con il jazz, il bebop e il pop.